Chi siamo

IEssendo Associazione culturale, ci occupiamo di spettacolo a tutto tondo, poiché è nostra precisa funzione istituzionale il propagare la cultura attraverso lo spettacolo. Abbiamo contatti con diverse compagnie di artisti, dagli artisti di strada ai cabarettisti. Noi stessi già effettuiamo vari tipi di spettacolo e animazione.
Non siamo un'agenzia e non pretendiamo le percentuali inerenti, pur essendo in grado di procurarvi molti servizi a costi reali. In base alle vostre esigenze costruiamo anche giornate su misura.
L'esperienza accumulata in tanti anni di attività e la professionalità e serietà che ci contraddistinguono, fanno de LA GARISENDA una interessante possibilità di avere spettacoli di qualità a costi contenuti.
Cordiali saluti
Pierluigi Foschil
La
Compagnia Teatro dei Burattini "La
Garisenda", nata nel 1982 a Bologna e
composta principalmente da attori della Associazione Teatrale A.
Lucchini,
e' oggi formata da burattinai, apprendisti burattinai e
tecnici.
Questa
compagine opera
sul territorio nazionale con 7 strutture,
cosi' dette "Baracche" e 4 mute di burattini. Oltre
alla partecipazione alle più note rassegne della provincia di
Bologna (fra tutte Bologna Sogna), si annovera una frequente
attivita' nell'ambito delle scuole e la fondazione/gestione del
Teatro Stabile dei Burattini Costarena -
Bologna.
Tra
le rassegne teatrali fuori dai confini della provincia di Bologna, va
ricordata la costante partecipazione al Festival
dei Buskers di
Ferrara, Faenza (RA), il
Palio di Ostellato (FE),
le "Fiere
del teatro" di
Sarmede (TV), le Fiere
di Minucciano (LU)
e di Petrella
Guidi (PS),
ed altre presenze al di fuori dell'Emilia Romagna.
La Compagnia Teatro dei Burattini "La Garisenda" è nata nel 1982 a Bologna.
E' principalmente composta da attori dell'Associazione Teatrale A. Lucchini ed è oggi formata da burattinai, apprendisti burattinai e tecnici.
La Compagnia opera sul territorio nazionale con quattro strutture, così dette "baracche", e quattro mute di burattini.
Oltre alle più note rassegne della provincia di Bologna (in particolare Bologna Sogna), si annovera una frequente attività nell'ambito delle scuole e la fondazione/gestione del Teatro Stabile dei Burattini Teatro del Navile - Bologna.
Fra le rassegne teatrali fuori dai confini della provincia di Bologna, va ricordata la costante partecipazione al Festival dei Buskers di Ferrara, Faenza (RA), il Palio di Ostellato (FE), le "Fiere del Teatro" si Sarmede (TV), le Fiere di Mucciniano (LU) e di Petrella Guidi (PS), ed altre presenze al di fuori dell'Emilia-Romagna. Da 5 anni prosegue il teatro stabile dei burattini presso il costarena al sabato.
La segreteria risponde al numero telefonico 338 2709023. Posta elettronica scrivendo a: sganapigi@gmail.com
I Burattini
I Burattini
Cosa sono i burattini tradizionali? Sono burattini a guanto mossi dal basso verso l'alto. La mano del burattinaio entra in un buratto di stoffa sotto il vestito, il quale è composto in questa maniera: si hanno due strati di stoffe. Il primo, quello interno, è il buratto di stoffa rigida (canapa) con le cuciture verso l'esterno. E' un guanto che si fa sulla misura della mano del burattinaio. A questo guanto detto buratto, si inchioda la testa di legno e le mani di legno. In fondo, dove si infila la mano, nella parte dietro rispetto alla faccia del burattino, si cuce un gancio o un anello per appenderlo a testa in giù all'asse dei burattini, la quale si trova all'interno della baracca, all'altezza della cintura del burattinaio, sotto la ribalta (proscenio della baracca). Si infilano l'indice nella testa, il pollice in un braccio e le altre tre dita nell'altro.
In
altri paesi si utilizza una diversa tecnica di manipolazione: in
Spagna ad esempio, l'indice e il medio si infilano nella testa, il
pollice in un braccio e l'anulare e il mignolo nell'altro.
La
mano del burattinaio diventa il corpo, il sangue e l'ossatura del
burattino. E a seconda di come viene mossa, corrisponde un
movimento del burattino. E' chiaro quindi che il buratto non deve
essere troppo largo rispetto alla mano, altrimenti non si
ottengono accurati movimenti del burattino.
Il vestito,
invece, è uno stoffa *finta* che non serve per il movimento ma
serve per identificare l'appartenenza del personaggio ad una
determinata classe sociale. Solitamente divisa in popolani,
contadini, borghesi, ecclesiastici, nobili, re ed imperatori.
I
burattini generici (gendarmi, briganti, bambini/e, vecchie, ecc.),
a differenza delle maschere (gli Zanni: Brighella, Arlecchino,
Pantalone, Balanzone, Pulcinella, etc.) e delle maschere regionali
(i personaggi rappresentativi delle diverse città italiane nati
senza la maschera perché ideati da burattinai e marionettisti
durante il periodo napoleonico, dove era vietato l'uso della
maschera perché sotto di essa poteva celarsi un nemico o un
ricercato (vedi: Fagiolino, Sganapino e Flemma (Bologna),
Sandrone, Pulonia, Sgorghiguelo (Modena), Scunzamnestra,
(Ferrara), Gerolamo, diventato poi Gianduia (Torino) perché il
nome Gerolamo era quello del fratello di Napoleone; Meneghino,
Famiola figlio di Gerolamo (Milano); Stenterello (Firenze);
Gioppino, la moglie Margì, Bartolo il padre e Maria Scatolera la
madre, tutti coi tre gozzi (Bergamo); e l'ultima in ordine
cronologico, creata da Italo Ferrari intorno al 1915 a Parma,
Bargnocla, con l'osso del prosciutto come corno (da qui il nome:
Bargnocla = grande bernoccolo), hanno un vestito intercambiabile,
che viene spillato (fissato con uno spillo) al buratto, mentre gli
Zanni e le maschere regionali lo hanno il vestito cucito al
buratto.
L'etimologia del
termine *burattino* deriva da
*Buratto (burazzo in bolognese = strofinaccio)* che era una stoffa
di canapa che serviva per setacciare le granaglie quando si
mischiavano sull'aia dove erano messe ad essiccare. La canapa
veniva macerata nei maceri, filandola e sbiancandola al sole. Con
questa stoffa si facevano anche i vestiti, le corde delle navi e i
tiri dei teatri, comprese le stoffe dei burattini. Quando si
mischiava il mais e il chicco di grano o riso utilizzando questi
setacci con la stoffa a trama larga, cadeva il chicco piccolo e
rimaneva nel setaccio il chicco grosso. Altra derivazione del nome
burattino proviene da burro: da imburattare, buratto,
burattino. Per fare il burro e i formaggi, si separa la
caseina dal siero, utilizzando il burazzo, stoffa a trama larga di
canapa. E' chiaro in definitiva che lo strumento burattino,
in antichità, cioè, il divertimento dei poveri, è nelle
campagne durante le lunghe e fredde notti dell'inverno, quando in
campagna non c'era più *nulla da fare*, i contadini intagliavano
nei ciocchi di legno le teste e le mani, le moglie cucivano i
vestiti e tirando una corda tra una colonna e l'altra della
stalla, facevano i burattini per il proprio contado. La stalla è
quindi, in Emilia, anche il luogo dove si fa filò, cioè il luogo
più caldo dove si chiacchierava e dove si filava.
Tratto dal sito del Teatrino dell'Es di Vittorio Zanella e Rita Pasqualini (https://www.teatrinodelles.it)"


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